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Citazioni d'Arte - Il valore visivo non basta.

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In un'opera d'arte la «forma» non può essere disgiunta dal «contenuto»: la disposizione delle linee e del colore, della luce e dell'ombra, dei volumi e dei piani, per quanto incantevole come spettacolo, dev'essere anche intesa come portatrice di un significato che va al di là del valore visivo.  Erwin Panofsky, Il significato nelle arti visive. 1955. Tiziano Vecellio, Allegoria della prudenza. 1565-70 ca. Olio su tela. National Gallery, Londra.

La crisi è finita.

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(Almeno quella esistenzale di Sciadografie) Galeotta fu la pausa estiva e chi la indisse: quel giorno più non vi scrivemmo avante. Anselm Feuerbach, Paolo e Francesca. 1864. Traendo ispirazione dalla famosa coppia di versi* del sommo poeta fiorentino (al quale chiedo umilmente perdono per la triste manipolazione) faccio un pubblico mea culpa  per l'abbandono del blog. Ebbene sì, il mese di pausa è diventato un semestre che rischiava di evolversi in un esilio permanente dalle nere pagine di Sciadografie. Oltretutto nere come le prospettive dell'italica penisola. Ma non sono qui a far popolare qualunquismo, perché proprio questa infame tendenza che risuona troppo spesso nelle nostre orecchie mi ha attirata verso gli scogli, esattamente come il canto delle sirene attirò gli sventurati marinai prima del geniale espediente di Ulisse. Pessimismo e scoraggiamento hanno avuto la meglio, coadiuvati fin troppo facilmente da abbondati distrazioni di ogni sorta.  Cosa h

L'attesa.

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Sciadografie  va in pausa estiva! I post sul blog riprenderanno a fine agosto mentre l'attività su i social network  sarà più diluita, perciò non vi lascerò completamente soli. Intanto vi invito a mandare a  sciadografie@gmail.com  le richieste su argomenti, mostre, libri, serie tv di cui vorreste approfondimenti. Risponderò ad ognuno di voi. Buona estate! Laura. Lawrence Alma Tadema, L'attesa. 1885. Per rimanere aggiornati iscrivetevi alle seguenti pagine: Sciadografie su Google+ Sciadografie su Facebook Sciadografie su Twitter

Iconografia medievale dell'ipocrisia, del tradimento e della menzogna: Giuda e il colore rosso.

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I simboli del Medioevo hanno sempre affascinato l'uomo moderno, tanto da portarlo a trarne interpretazioni fantasiose e qualche volta poco attinenti al contesto dell'epoca. Interessante è prendere in esame i colori ed i loro significati impiegati nella rappresentazione di cose e persone. In questo post parleremo in particolare del colore rosso e della sua relazione con il traditore per eccellenza: Giuda . In Occidente il colore rosso - o meglio rossiccio , una mescolanza del rosso e del giallo, con prevalenza di rosso - era usato per indicare e riconoscere tutti coloro i quali erano traditori, bugiardi, ipocriti, associati a Satana nelle azioni e nel pensiero. Ma questo uso aveva origini antiche: abbiamo infatti riscontri biblici, nelle tradizioni greco-romane e germaniche. Diversi personaggi negativi negli scritti biblici hanno i capelli rossi: ricordiamo Esaù , il quale vendette la primogenitura al fratello Giacobbe per un piatto di lenticchie; il primo re d'I

L’importanza dei materiali negli affreschi trecenteschi secondo Cennini.

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Spesso ci siamo trovati a contemplare affreschi bellissimi e ad ammirarne i colori, le pennellate e i dettagli creati dai pittori più famosi. Magari sappiamo tutto di queste opere: la loro composizione, la durata dei lavori, le scelte stilistiche, i ripensamenti, l'intera analisi della rappresentazione. Ma conosciamo il modo in cui vennero impiegati i materiali in queste opere meravigliose? Ce lo racconta Cennino Cennini nei suoi preziosissimi scritti risalenti alla fine del XIV inizi XV secolo. Nel suo testo, il Libro dell’Arte , Cennini ha come fine quello di formare un possibile titolare di lavori in bottega e cantiere a capo di sottoposti, in quanto lui stesso aveva appreso come diventare maestro da maestri di degna fama: “[…] fui informato nella detta arte XII anni da Agnolo di Taddeo [Gaddi] da Firenze, mio maestro, il quale imparò la detta arte da Taddeo suo padre; il quale suo padre fu battezzato da Giotto e fu suo discepolo anni ventiquattro; il quale rimu