Mostre - Paolo Antonio Paschetto. Artista, Grafico e Decoratore fra Liberty e Déco.



In quanti conoscono l’ideatore dell’Emblema della Repubblica Italiana? Poniamo riparo a questa lacuna parlando della mostra monografica dedicata a Paolo Antonio Paschetto attualmente in Roma presso Villa Torlonia all’interno del Casino dei Principi fino al 28 settembre 2014, organizzata - nel cinquantesimo anno dalla sua scomparsa - da Zètema Progetto Cultura e curata da Giovanna Alberta Campitelli e Daniela Fonti

Ma chi è Paolo Antonio Paschetto?


Nato a Torre Pellice  il 12 febbraio 1885 da famiglia Valdese si trasferisce con la famiglia a Roma nel 1887; nel 1903 si iscrive all’Istituto di Belle Arti in cui successivamente insegna come professore di Ornato tra il 1914 ed il 1949 – parallelamente  anche insegnante di Composizione decorativa al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti. Resta nella capitale dove conduce attivamente la sua carriera di artista nei primi anni del Novecento ritagliandosi un posto tra i protagonisti del modernismo insieme a Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi e Umberto Bottazzi, con uno sguardo aperto alle novità circolanti in Europa; espone i suoi dipinti, incisioni e opere grafiche in molte mostre personali e collettive d’Italia, partecipando anche a mostre internazionali di incisione all’estero. Il suo linguaggio personale è definito da un alto gusto artistico e tecnico, il quale è sottolineato all’occhio dello spettatore dall’inconfondibile decisione ed eleganza del suo tratto. In oltre si è dedicato alla decorazione di edifici pubblici e privati, ha ideato vetrate policrome, si è cimentato nella grafica editoriale e istituzionale, nella grafica pubblicitaria, e nella produzione di manufatti.
Nel 1904 lavora all’illustrazione di fregi e copertine per libri e riviste, inizialmente per case editrici evangeliche, successivamente anche per moltissimi altri editori. Questa attività la porterà avanti per tutta la sua carriera progettando anche francobolli, tessere, partecipazioni, stemmi, ex libris, cartoline, pubblicità istituzionali e commerciali. Nel 1911 sposa la compagna di studi Italia Angelucci, la quale realizza ceramiche, cuoi sbalzati, ricami e arazzi ideati da Paschetto. Insieme hanno due figlie: Fiammetta e Mirella. 
Si occupa delle decorazioni interne, vetrate e di alcuni arredi delle Chiese battiste in Roma e fuori Roma (tra il 1910 e il 1949), del Tempio valdese a piazza Cavour (1914) e della Chiesa metodista in via XX Settembre (1924). 
Intessante è la sua attività tra il 1915 ed il 1923 nella produzione di xilografie e linoleografie, portando in risalto la sua abilità nell’equilibrio raffinato delle tecniche in bianco e nero.
La pittura di paesaggio caratterizza tutta la sua vita, dedicata specialmente alle  Valli valdesi di cui è originario e nelle quali torna periodicamente per le vacanze. Realizza dunque tra il 1915 ed il 1923 una illustrazione artistica per la Tavola valdese, consistente in un numero di duecento acquerelli, pannelli decorativi, oli e incisioni. Negli anni Trenta lavora attivamente per la valorizzazione dei luoghi storici, al riallestimento del Museo valdese e all’esposizione del primo nucleo del Museo etnografico di Torre Pellice. 
Dal 1942 si occupa della produzione di manuali per l’insegnamento del disegno. Ma l’opera più conosciuta e diffusa di Paolo Antonio Paschetto è certamente l’Emblema della Repubblica Italiana, scelto nel 1948 dopo la vittoria del bando di due diversi concorsi. 
Muore a Torre Pellice il 9 marzo del 1963.


La mostra – la prima a Roma dopo il 1938 – è divisa in quattro sezioni in cui sono esposti materiali inediti provenienti dall’archivio privato custodito dagli eredi a Torre Pellice.
La prima sezione è dedicata alla pittura e alla grande decorazione con uno sguardo particolare ai grandi cicli pittorici laici e religiosi; la seconda sezione è dedicata alle arti applicate con l’esposizione di modelli decorativi per gli interni - di squisito gusto art nouveau - e all’attività di progettazione di oggetti d’arredo e d’uso. La terza sezione è dedicata alle vetrate (di cui sia alcuni esempi che alcuni progetti sono conservati nella vicina Casina delle Civette); la quarta sezione è dedicata alla pubblicità e comunicazione con l’esposizione della produzione grafica nell’ambito della suddetta pubblicità e della filatelia, con  confronto tra francobolli stampati e i relativi progetti dell’artista. 


Personalmente consiglio la visita a questa mostra straordinaria unitariamente al complesso di Villa Torlonia, specialmente alla Casina delle Civette. L’affluenza purtroppo è veramente poca, sia per l’assenza di indicazioni per accedervi (attualmente i lavori alla Villa hanno portato alla chiusura dell’ingresso principale del Casino dei Principi deviando il percorso attraverso l’ingresso all’Archivio sottostante, ma alla biglietteria il personale indica prontamente la strada da fare per arrivarci) sia per la scarsa conoscenza di un artista così importante nel panorama italiano. 
Vi lascio il link per accedere a tutte le informazioni riguardanti la mostra, comprese le gratuità e le riduzioni:








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