Il medievalista scomparso ed il massacro delle sue spoglie.

Pensavo ad un "Pesce d'Aprile" di cattivo gusto, ma la notizia non era tra quelle inventate: il 1 Aprile 2014 si è spento all'età di 90 anni il famosissimo storico medievale Jacques Le Goff.
Non starò qui a parlare del vuoto che ha lasciato in uno dei campi più sottovalutati e sbeffeggiati della cultura mondiale - c'è chi ancora crede che il Medio Evo sia da considerare il "secolo buio", senza aver capito nulla di quel che ha studiato tra i banchi di scuola - e non parlerò dell'enorme contributo che Le Goff ha donato negli anni agli studi sul periodo più affascinante e ricco della storia dell'umanità. Chi non ha mai sentito parlare di Jacques Le Goff può considerarsi un ignorante, perciò consiglio vivamente di andare in qualsiasi libreria o biblioteca, fermarsi nel settore "storia", pescare tra la miriade di libri che ha scritto e iniziare a leggerne avidamente ogni pagina. E non sentitevi offesi se ho dato dell'ignorante a qualcuno: devo spiegare l'etimologia, il significato e l'uso di questa parola tanto abusata? Se non l'avete mai fatto cercate di usare internet nel modo giusto oppure - di questo ne resterei piacevolmente stupita - prendere un libro di grammatica e filologia italiana.
Dopo questo piccolo sfogo dettato dalla frustrazione e dalla perdita di un punto fisso della mia esistenza come studiosa, posso iniziare a parlare di ciò che mi ha realmente infastidito, cioè riguardo gli sciacalli che si sono accalcati sulle spoglie di uno dei pilastri della cultura contemporanea: i giornalisti.
Ebbene sì, sto parlando di una delle categorie più ignoranti e superficiali degli ultimi decenni. Voglio escludere e chiedere scusa a chi realmente ha studiato e lavora seriamente come giornalista; siete in pochi e avete tutta la mia stima in quanto il vostro impegno pieno di passione viene messo a dura prova, svilito e calpestato da colleghi incompetenti che spesso vi passano avanti con meriti inestistenti. Vi prego, resistete. Riguardo invece a chi si diletta nell'ormai classico "giornalettismo" direi che sia ora di finirla, non si può aprire un quotidiano e trovare errori grammaticali, sintattici, nozionistici e soprattutto errori d'informazione. Come per la notizia della morte di Le Goff.
Sfogliando tra gli articoli in cui venivano riciclati stralci enciclopedici, dati biografici e tutto quel che si può trovare nei suoi libri, mi sono fermata su alcuni pezzi con sentimenti oscillanti tra rabbia e incredulità mista a ironiche risate e amarezza. Tutti noi conosciamo la scarsa affidabilità di Wikipedia a causa dell'inclinazione di alcuni all'inserimento di dati errati volti a creare caos il più delle volte in modo umoristico. A quanto pare alcuni giornalisti ignoravano queste eventualità infatti, grazie ad un sapiente "copia e incolla" dalla pagina di Wikipedia dedicata allo storico scomparso, è emerso con sommo stupore che lo stesso luminare aveva collaborato alla stesura di uno dei libri di genere fantasy di George R.R. Martin, scrittore della famosa saga Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Possibile che non sia suonato nella mente di questi imbrattatori di carte un campanello d'allarme o almeno una stonatura? Ma ancor più grave è che nessuno si sia prodigato a controllare la veridicità della notizia prima di pubblicarla.
L'avvilimento e lo sconforto è stato doppiamente sofferto da chi, come me, ha dovuto subire la scomparsa di un grande studioso e le superficiali ridicolezze vomitate di chi ignora completamente la cultura e i suoi portavoci.
 A voi le conclusioni.

Foto di repertorio.




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